mercoledì 19 settembre 2012

NIGER


Progetto 2012-2013: una sede per la formazione delle donne che lavorano sul contrasto alle  pratiche rituali tradizionali  dannose alla salute  delle bambine nel Niger occidentale.

Dove
Niger, comunità urbane di Niamey e regione di Tillabery.

Chi partecipa
Fondazione Il Cuore si scioglie onlus, Arci Toscana e con l’associazione nigerina Coniprat (Comitato nigerino di lotta contro le pratiche tradizionali). Coniprat è in gran parte composta da donne, impegnata nello sradicamento delle mutilazioni genitali femminili e delle altre pratiche rituali dannose alla salute delle donne e delle bambine. Il Coniprat cerca di agire anche sul quadro legislativo nazionale, dialogando con le autorità e le istituzioni locali e collaborando con le università, l’UNICEF e la FAO.

Il contesto
Il Niger è uno dei paesi più poveri del mondo. Nonostante gli sforzi fatti dai governi nigerini negli ultimi anni, l'accesso all'acqua potabile rimane assai limitato, così come l'accesso alla salute di base ed all'educazione. Il tasso di mortalità infantile e materna sono molto alti. Da un'inchiesta demografica e sanitaria risulta che la presenza di pratiche di mutilazione genitale femminile (MGF) è attorno al 40%, con picchi del 100% a seconda delle regioni. Nonostante una legge contro le MGF approvata nel 2003, che prevede il ricorso al codice penale nei confronti di chi tenti di fare o faccia mutilazioni, queste continuano ad essere perpetrate, sia per mancanza di campagne di dissuasione, sia per un forte radicamento culturale della pratica. Nella periferia di Niamey e in alcuni villaggi della regione di Tillabery la percentuale di donne e bambine che hanno subito pratiche di mutilazione genitale è del 90%.

Il progetto
Le Arci di Firenze e della Toscana, in collaborazione con Coniprat ed altre associazioni, promuovono dal 2006 vari progetti di superamento delle mutilazioni genitali femminili attraverso l’azione di sensibilizzazione nei villaggi e l’erogazione del microcredito a gruppi di donne di cui fanno parte anche le ex-excisseuses (le mutilatrici riconvertite). L’obbiettivo è che le mutilatrici lascino le loro pratiche tradizionali (per loro sono un mestiere tramandato da centinai d’anni da madre a figlia) e si dedichino al commercio, all’orticultura o all’allevamento. L’azione prevede la formazione di gruppi di donne-leader dei villaggi che possano poi a loro volta sensibilizzare le altre donne e gli uomini.
A marzo di quest’anno il progetto aveva interessato 170 donne,circa il 40% del numero totale delle excisseus della zona di Niamey.


Nel 2012 è stata completata la costruzione di aule presso la sede del Coniprat dove si potranno svolgere le attività di contrasto alle mutilazioni e cioè: 1. le attività di formazione medica sui danni fisici provocati dalle MGF; 2. la formazione professionale per insegnare un mestiere alternativo alle donne mutilatrici; 3. la sensibilizzazione sui temi dei diritti dei minori e dell’inviolabilità del corpo delle bambine. L’edificio comprenderà anche un dormitorio ed una mensa per le donne che arrivano dai villaggi più lontani e non possono andare e venire per la distanza ed i costi del trasporto.


Oltre all’avvio delle attività formative all’interno dei nuovi locali della sede del CONIPRAT, per il 2013 il progetto prevede l’allargamento del gruppo delle ex-excisseus della zona di Lossagoungou (provincia di Niamey) da 20 a 40 membri, salvaguardando le nuove generazioni di bambine dalle pratiche delle MGF.

martedì 3 aprile 2012

PERU': I BAMBINI LAVORATORI DEL MANTHOC


Il Perù è una paese molto grande (3 volte l’Italia) e con un’economia in mano a poche persone che controllano le risorse ed intere attività produttive. Ampie fasce della popolazione vivono in povertà, e spesso i bambini sono costretti a lavorare per contribuire al sostentamento dalla propria famiglia.

Il Manthoc (Movimento degli Adolescenti e Bambini Lavoratori Figli di Operai Cristiani) svolge un’ azione di contrasto allo sfruttamento del lavoro minorile, attraverso la partecipazione attiva dei bambini e delle ragazze all’interno dell’organizzazione. I ragazzi, infatti si autogestiscono ed eleggono i propri rappresentanti ed i responsabili delle attività, mentre i collaboratori adulti, tutti ex-bambini lavoratori, svolgono solamente un ruolo di supporto e di rappresentanza legale.

Le attività del movimento si svolgono nella ‘Case del Manthoc’, dove i bambini e i ragazzi possono studiare, formarsi professionalmente e politicamente, ed incontrare i propri coetanei. Nelle case, infatti, i bambini prendono coscienza dei propri diritti e della possibilità di non essere sfruttati da padroni senza scrupoli; il Manthoc difende la possibilità per il minore di poter fare lavori in condizioni di piena dignità, tutelati e protetti, per poter contribuire al bilancio familiare senza essere sfruttati. Nelle Case, prima di ogni altra cosa, i bambini riprendono il proprio percorso scolastico ed imparano a leggere, scrivere e far di conto, perché l’ignoranza è il nemico più potente dei bambini lavoratori.

In questi anni di collaborazione tra Arci e Unicoop, sono nate tre Case del Manthoc ed una è in fase di costruzione.

La prima è stata quella di Villa El Salvador, uno dei quartieri più grandi e più poveri di Lima: nella Casa, frequentata da decine di ragazzi, sono attivi numerosi laboratori formativi e, un presidio sanitario e una biblioteca dove i collaboratori adulti forniscono un sostegno scolastico, impegnandosi affinchè tutti i bambini possano frequentare la scuola.

Il centro di Ayacucho, sulle Ande, è anche un ostello per il turismo sostenibile dove i ragazzi del Manthoc possono lavorare per poche ore al giorno, quando non sono impegnati con la scuola, e adeguatamente retribuiti, in modo da poter imparare un mestiere e sostenere la propria famiglia.

NOI CON GLI ALTRI IN Perù

Quest’anno per la seconda volta, il progetto Noi Con Gli Altri di Unicoop Firenze ha portato gli studenti dell’Istituto Einaudi di Arezzo in Perù, per incontrare i ragazzi del Manthoc e partecipare alle loro attività, accompagnandoli ed aiutandoli nel loro lavoro.



Al mercato di Villa El Salvador, gli studenti italiani hanno aiutato i bambini del Manthoc nelle loro professioni, dal venditore di polli al ciabattino, affiancandoli e osservandoli nello svolgimento del loro lavoro durante le 4 ore che costituiscono il loro orario lavorativo giornaliero. I ragazzi di Noi Con Gli Altri hanno inoltre partecipato ai laboratori e alle attività delle case del Manthoc, dai laboratori professionali alle riunioni del movimento.

Nelle parole dei ragazzi di ritorno del Perù, quest’esperienza è stata molto importante per capire la realtà dei bambini lavoratori, così lontana dalla nostra cultura, e per crescere a livello personale.




venerdì 3 febbraio 2012

LIBANO, LA SCUOLA PER BAMBINI LAVORATORI DI TRIPOLI



I bambini che hanno frequentato il centro nel 2011

Tripoli è la città più povera del Libano e la zona in cui ancora oggi la popolazione è vittima di continue violenze causate da scontri tra diverse fazioni religiose e politiche. Se nel resto del paese sembra che si vada verso il raggiungimento di una qualche stabilità politica, l’area di Tripoli vive ancora condizioni molto critiche che influenzano negativamente la vita delle persone e delle fasce più deboli della popolazione. Secondo i dati Unicef in Libano ad oggi il 16.4% dei bambini libanesi è costretto a lavorare e tra questi la percentuale più alta di trova proprio nel quartiere di Bab et-Tebbaneh di Tripoli dove Arci opera fin dal 2002 insieme alla Fondazione René Moawad, attraverso la scuola per i bambini lavoratori.

In Libano la popolazione di circa 3 milioni di abitanti è divisa in 17 diverse fazioni etniche e religiose. Il paese è stato lo scenario di una terribile guerra civile che ha distrutto l’assetto sociale, politico ed economico del paese. Quando si è tentato di tornare alla normalità, vari attentati e il terribile attacco israeliano del 2006 hanno riportato il paese a vivere in uno stato di emergenza continua.

A causa della povertà in cui molte famiglie sono costrette a vivere i bambini e la bambine di Bab et-Tebbaneh sono spinti a lavorare già dall’età di 10 anni impedendo loro di continuare a frequentare la scuola. I bambini lavorano principalmente in carrozzerie e in officine meccaniche facendo quindi lavori molto pericolosi e nocivi per la loro salute. I datori di lavoro continuano a voler utilizzare la manovalanza dei bambini in quanto costano meno: per 12 ore di lavoro guadagnano dai 3 ai 6 euro a settimana. Per le bambine la situazione non è migliore: costrette a non studiare e ad andare a servizio nelle famiglie hanno come alternativa quella di restare ad aiutare in casa in attesa di un matrimonio, spesso troppo precoce.

Una classe di bambini a lezione di geometria

Il progetto della scuola per i bambini lavoratori. Sempre più persone in Libano hanno voglia di tornare a una vita normale. Le nuove generazioni in particolare vogliono poter tornare ad avere dei sogni e delle speranze per il loro futuro. La scuola per i bambini lavoratori di Tripoli è una delle poche oasi in cui i bambini di Tripoli si sentono al sicuro. Le operatrici e le assistenti sociali fanno un lungo e spesso estenuante lavoro perché le famiglie e i datori di lavoro lascino partecipare i ragazzi e le ragazze alle attività del centro. Una volta superato questo primo ostacolo, i giovani possono finalmente imparare quali sono i loro diritti: studiare e giocare in primo luogo. Spesso i bambini e le bambine che lavorano non riescono ad avere il tempo per portare avanti queste attività per cui la scuola di Tripoli va incontro alle loro esigenze creando programmi personalizzati in orari non usuali per le lezioni. Durante l’anno scolastico 2010-2011 circa 300 bambine e bambini hanno frequentato le attività del centro.

Nel 2012 sono state attivate 5 classi di recupero scolastico per dare la possibilità ai bambini che lavorano di poter sostenere ugualmente gli esami di fine anno. In modo particolare sono stati istituiti percorsi di sostegno di lingua araba, francese e matematica. Oltre a questi la scuola è aperta tutti i pomeriggi per aiutare i bambini e le bambine a fare i compiti. I frequentatori della scuola hanno a disposizione libri e computer per fare gli approfondimenti necessari ai loro studi. Tutti i ragazzi che hanno partecipato alle attività sono riusciti a passare gli esami!

Le bambine durante un laboratorio artistico

I laboratori e le attività ricreative. I bambini e le bambine di Bab et-Tebbaneh hanno bisogno di un sostegno continuo che li aiuti a superare le difficoltà che vivono quotidianamente perché possano ritrovare la loro dimensione di bambini fatta di giochi e di divertimento. Per questo motivo nei pomeriggi e spesso durante i fine settimana le operatrici del centro organizzano attività di gruppo e attività ludiche.

La scuola per i bambini lavoratori di Tripoli è il luogo dove i bambini studiano e giocano, ma è anche il posto in cui i ragazzi e le ragazze vengono a conoscenza dei loro diritti e imparano il valore della loro esistenza.

ALBUM FOTOGRAFICO:

http://www.flickr.com/photos/arcitoscanainternazionali/sets/72157629140382209/detail/