Progetto
2012-2013: una sede per la formazione delle donne che lavorano sul contrasto
alle pratiche rituali tradizionali dannose alla salute delle bambine nel Niger
occidentale.
Dove
Niger, comunità urbane di Niamey e regione di Tillabery.
Chi
partecipa
Fondazione Il Cuore si scioglie onlus, Arci Toscana e con l’associazione
nigerina Coniprat (Comitato nigerino di lotta contro le pratiche tradizionali).
Coniprat è in gran parte composta da donne, impegnata nello sradicamento delle
mutilazioni genitali femminili e delle altre pratiche rituali dannose alla
salute delle donne e delle bambine. Il Coniprat cerca di agire anche sul quadro
legislativo nazionale, dialogando con le autorità e le istituzioni locali e
collaborando con le università, l’UNICEF e la FAO.
Il
contesto
Il Niger è uno dei paesi più poveri del mondo. Nonostante
gli sforzi fatti dai governi nigerini negli ultimi anni, l'accesso all'acqua
potabile rimane assai limitato, così come l'accesso alla salute di base ed
all'educazione. Il tasso di mortalità infantile e materna sono molto alti. Da
un'inchiesta demografica e sanitaria risulta che la presenza di pratiche di
mutilazione genitale femminile (MGF) è attorno al 40%, con picchi del 100% a
seconda delle regioni. Nonostante una legge contro le MGF approvata nel 2003,
che prevede il ricorso al codice penale nei confronti di chi tenti di fare o
faccia mutilazioni, queste continuano ad essere perpetrate, sia per mancanza di
campagne di dissuasione, sia per un forte radicamento culturale della pratica.
Nella periferia di Niamey e in alcuni villaggi della regione di Tillabery la
percentuale di donne e bambine che hanno subito pratiche di mutilazione
genitale è del 90%.
Il
progetto
Le Arci di Firenze e della Toscana, in collaborazione con Coniprat ed
altre associazioni, promuovono dal 2006 vari progetti di
superamento delle mutilazioni genitali femminili attraverso l’azione di
sensibilizzazione nei villaggi e l’erogazione del microcredito a gruppi di
donne di cui fanno parte anche le ex-excisseuses (le mutilatrici
riconvertite). L’obbiettivo è che le mutilatrici lascino le loro pratiche tradizionali
(per loro sono un mestiere tramandato da centinai d’anni da madre a figlia) e
si dedichino al commercio, all’orticultura o all’allevamento. L’azione prevede
la formazione di gruppi di donne-leader dei villaggi che possano poi a loro
volta sensibilizzare le altre donne e gli uomini.
A marzo di quest’anno il progetto aveva interessato 170
donne,circa il 40% del numero totale delle excisseus della zona di Niamey.
Oltre all’avvio delle attività formative all’interno dei
nuovi locali della sede del CONIPRAT, per
il 2013 il progetto prevede l’allargamento del gruppo delle ex-excisseus
della zona di Lossagoungou (provincia di Niamey) da 20 a 40 membri,
salvaguardando le nuove generazioni di bambine dalle pratiche delle MGF.